Renato Zero torna in tour con uno show che ripercorre la sua incredibile carriera, tre ore e quaranta di concerto nelle quali l’Artista romano gioca con le molte sfaccettature del suo personaggio e lo fa scegliendo un grande palco spoglio, in cui molto
è concesso al racconto e poco alla scenografia, essenziale e pulita, fatto salvo per un grande LED screen posto nel back usato con grande intelligenza e creatività e tante luci.
Francesco De
Cave si è occupato di tutto il lighting show che ha ideato e gestito proprio in considerazione del concept del concerto in cui la luce, tanta e varia, deve necessariamente dialogare col video, valorizzando la musica e i monologhi di Renato Zero.
Ancora una volta la sua scelta è ricaduta su Hog 4: due per la regia (main e spare) con 2 HPU (main e spare) più una terza, utilizzata da Carlo
Barbero per la gestione “smart” ed immediata del media server Disquise d3.
“Nel concept
mancano praticamente scenografie, tessuti, cornici e tutto e ciò che siamo
abituati a vedere nei Tour di Zero, mentre il video è una parte fondamentale,
impiegato per raccontare l'alter ego artistico di Renato, cioè lo Zero che
segue il suo nome…”, spiega Francesco.
Su precisa indicazione dell’Artista lo stage doveva rimanere il più libero possibile da elementi scenografici o costrittivi, nessun velo, nessun sipario, ma piuttosto un palco pulito, libero, così da concentrare l’attenzione sul racconto, fatto in prima
persona e tramite i contributi video. Una seconda “difficoltà” era rappresentata dalle tempistiche, ben 3 ore e 40 minuti di show dove, una sfida non semplice, è di certo quella di mantenere un disegno vario e sempre coinvolgente…
“In un
contesto del genere siamo dovuti andare a creare la parte scenografica mancate
con la luce, molta luce, anche se le fixtures sono spesso relegate nelle zone
esterne dello stage, proprio a creare una cornice che di fatto non esisterebbe.
Ho costruito un plot ricco, con oltre 100 fixture, ma che ho raggruppato in
cinque gruppi da venti, in modo che ogni volta che accendo un gruppo diverso
con una posizione diversa ottengo anche una cosa nuova, considerando poi che lo
show dura 3 ore e 40 minuti!” Continua Francesco.
Per gestire uno show del genere ancora una volta la scelta si è orientata su un set up sviluppato intorno ad una Hog 4 che il Lighting Designer descrive così:
“Al centro c’è
la Hog 4 con la sua spare e una wing che gestisce i
segui-persona. Hog 4 è diventata super affidabile grazie all'ultima release
dove sono stati risolti tantissimi degli ultimi problemini rimasti. Console che
non cambierò mai per nulla al mondo, non perché faccia tanto di più rispetto alla concorrenza di pari livello, ma perché la sento mia e mi fa stare tranquillo, al riparo
da imprevisti…”.
“Ho tutto
palettato per quanto riguarda colori, gobo, rotazioni del gobo, prismi, fuochi,
focus, frost ecc... Una volta completato il set up non tocco quasi più le ruote
e se ho un problema o devo cambiare un proiettore, rimetto a posto le palette e
mi torna la quadra anche durante lo show”.
In regia, proprio al fianco della postazione di Francesco De Cave, è prevista un’altra Hog 4 al servizio di
Carlo Barbero che, tramite il software d3 di Disquise, si occupa della gestione dei contributi video.
“Il software
d3 riceve il segnale di timecode e lancia le clip. Successivamente il segnale esce in HDMI e viene
indirizzato alla matrice che gestisce main e backup per poi uscire alle fibre
che arrivano nelle centraline posizionate dietro al palco dove viene gestito
tutto il flusso di segnali.
Durante il live io gestisco il colore e le intensità dei video dato che la luminosità delle location varia e per fare
questo uso
la mia Hog 4 che mi
offre il grande vantaggio di poter programmare delle memorie che posso
richiamare in qualsiasi momento”, racconta Carlo.